Due giorni fa, su Facebook mi arriva la
richiesta di amicizia da parte di uno sconosciuto, un ragazzo dal
nome Romualdo De Cagnis che sulle prime giudico abbastanza carino,
troppo giovane per i miei gusti. Come di consueto, difficile che la
conceda a sconosciuti, tranne nel caso in cui mi sappiano motivare la
loro richiesta. Così, di norma chatto con loro per qualche battuta.
Questo ragazzo mi dice di essere del centro Italia, di essere stato
un attivista politico, di avere notato la mia pagina predisposta
qualche anno prima per le mie attività politiche, quando accettai la
candidatura al Consiglio Comunale di Milano. Dice anche di volermi
incontrare dal vivo così mi spiega il vero motivo. Plausibile.
Gliela concedo. Ritengo lì per lì che tale motivazione sia compresa
tra il sociale ed il politico; quindi accetto di scambiare il numero
di telefono. Ieri mi dice che ha l'occasione di partire subito per
Milano, insistendo molto di volermi incontrare. Siccome mi piacciono
i giovani baldanzosi, volenterosi, intraprendenti, gli dico: OK,
domani per pranzo. Cioè oggi.
Agendizziamo un ristorantino sotto la
Pinacoteca di Brera, dove il pranzo costa a Romualdo come un
Leonardo, mi ascolta nella descrizione della mia breve avventura
nelle Amministrative, mi racconta dei suoi avvicendamenti politici,
di essere appartenuto ad un partito, di averlo lasciato perché
deluso dalla ipocrisia dei suoi attivisti, con una proprietà di
linguaggio così accurata che non mi sfugge e che apprezzo. Ma non
sono venuto per parlare di questo, confessa Romualdo. Fin
dall'inizio, il mio proposito è di conoscere proprio te.
Biblicamente parlando. E' poco più alto di me, elegante ma semplice,
porta i capelli neri raccolti in un codino basso.
Biblicamente parlando. Mai proposta di
sesso fu più elegante.
(continua...)
(continua...)